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Camera con vista

Ultimo Aggiornamento: 10/07/2012 16:28
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03/06/2010 19:08
 
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Sto facendo notte alta, il gas chiuso, il lampione acceso. Stasera sembrava che le parole stessero per finire, quasi sempre le prendi lì, sull’orlo, come quando parli per scrivere.

Beata te che resti.
Beata me.


Lei dice che lui non può amarla, no. Se una volta riuscisse a dirlo, in città, si abbandonerebbe, lo abbandonerebbe, forse lo fermerebbe, impietrita, poi si lascerebbero, lei e le parole.

Non passare il confine.
E’ pericoloso?
No, faticoso.


Le amicizie occupano troppo spazio, dicono e non dicono, fanno certi balli che quando li fermi mostrano gambe molli. Partono da lontano e sorpassano il presente per segnare il futuro. Quando le costringi a fermarsi fanno finta di non conoscerti e rompono alleanze.

Dove ti vedi tra dieci anni?
Su una zattera. Tu?
Qui.


L’ultimo viaggio del ritorno è stato come guidare nella nebbia. Non riuscivo a vedere niente ma sentivo. Mi ero giurata che avrei smesso di fare l’adulta e volevo essere la bambina di sempre. Giuro,

Eheheh. Come pensavi di fare?
Così.
Lo fai apposta
Fallire?

No. Ora no.


Nessun ricordo, nessuna lettera, nessuna foto, zero musica. Svuoto gli armadi, i cassetti. Quando non [illeggibile]. Si tingono tutte le cose di assenza, mi [illeggibile]. Preferisco bruciare il tempo che non è più, né mai sarà.

Ti do [illeggibile].
L’amore fa [illeggibile].


No, sul serio. Se l’amore non va, il lavoro non ti piace, la scrittura ti muore trova il modo di separare per tempo due corpi che si uniscono di rado. In quel buco puoi far circolare un vento dolcissimo che sale da sud, caldo, e far sbocciare fiori rossi, bianchi, fucsia che ami piantare ogni primavera.

Ho letto da qualche parte che qui può arrivare il vento dalla Siberia, e tutto gela.
Gela anche la crema idratante?
Che domanda!


Stanno tutti dormendo. Ora che tutti dormono, provo a riunire questi resti, nano particelle, e tento La Disciplina La Volontà la Regolarità. Tutti dormono, meno qualcuno a cui tocca il timone.

Come si chiamava la barca?
Non me lo ricordo.
Forse Alma?


Guardo sempre nella libreria per vedere se è nato il mio nuovo romanzo. Ho scritto molti incipit e nessun finale. Immagino che i prossimi personaggi saranno tre sorelle che onorano i loro uomini e costruiscono la loro casa. Pazzesco.

Hai messo un lieto fine?
Quante storie per un libro.
Non è un libro ma una storia.
E allora?


Lui mi leggeva divertito le cause del male oscuro e a me veniva voglia di rubargli le parole. Grandi intellettuali quelli di una volta, disinvolti e tristemente allegri.

Vuoi tirare la coda al cane?
Perché?
Così ti provo che sei fascista.


Pier Paolo non si sarebbe ucciso se fosse tra noi, come dicono i letterati da strapazzo dei giorni nostri. Lui sì che saprebbe stare qui su questa sdraio a prendere il sole.
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24/09/2010 15:04
 
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stasera trota?
Massi', dai due trote!!!!! [SM=g8455]

che bella questa stanza, eh!
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22/10/2010 14:31
 
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qui ci vuole una ballata! [SM=g8431]
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22/10/2010 14:54
 
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tra poco arriva, una decina di giorni e la ballata si manifesterà [SM=g8455]
[Modificato da mujer 22/10/2010 14:58]
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24/01/2011 11:30
 
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E’ l’una e mezza di venerdì 21 gennaio 2011. Sono seduta con Monsieur Balzac che mi parla di un libertino avvezzo alla conquista di fanciulle povere. Dico a Mr Balzac che da questa parte di mondo, sulle mie montagne, certe libertà sono bandite.

Dài, che siamo nell’anno ponte!
Quanto è alto questo ponte?
L’importante è che non sia troppo lungo.


A volte ho la sensazione che l’esibizionismo sia onnipresente. In internet, se metti una telecamera, puoi vedere una stanza a tutte le ore. Ci sono persone che si tengono in perenne contatto per vedere come dormono o preparano il pranzo, come fosse uno spettacolo. A volte ho la sensazione che tutto ciò abbia a ché vedere con la perdita progressiva di quell’idea antica che ha accompagnato gli uomini per tanti secoli: dio vedeva tutto, dio osservava tutto e niente gli sfuggiva.

Oh, un tipo che paga le donne per divertirsi!
Sì, ma è l’unto del signore.
Olio extravergine?


Ieri, dopo tanta nebbia, in una serata limpida e freddissima, con l’aiuto di un tassì, sono salita a Cerete. In un tassi grigio Mercedes con i sedili in pelle. Faceva le salite di corsa e rallentava nelle gallerie. Nella valle le salite sono dolci, quasi senza curve. Il tassista ha parlato per un po’ ma ha capito che volevo guardare la strada. Allora ha fatto andare Stevie Wonder versione romantica anni ’80.

Hai le chiavi con te?
Certo che le ho.


Facendo colazione uno di fronte all’altra si potrebbero indovinare pensieri anche se stiamo in silenzio. Avevo previsto che, prima di uscire, mi avresti dato un bacio sulla fronte. Più che prevederlo, te l’ho chiesto senza dirlo. E’ merito della colazione uno di fronte all’altra.

Come sta andando il viaggio?
C’è tanta neve, sto facendo foto.
Bello.


Due signore conversano abbandonate all’inverno. Sono infagottate in lunghi cappotti verdi, grasse, molto vegetali e quiete, sorde, guardano prigioniere l’aereo che sta espellendo pendolari.
Se riuscissero, una, a curvarsi un po’ a sinistra, l’altra ad alzarsi sulla punta dei piedi, vedrebbero le montagne buie con poche luci alle pendici. Il vento soffia da sud, domani soffierà ancora da nord, ritorna il freddo.

Mia figlia sposa un bravo ragazzo, ha il lavoro fisso.
Anche mia figlia ne ha trovato uno così.
Hanno figli?
No, per fortuna.


Un sud tiepido in un cielo mite, quasi quieto, salvato dalle luci soavi di alcune nuvole basse. Devo rompere il legame scrittura-forum. Il legame scrittura-visibilità. Il legame scrittura-italiano.
Devo anche andare da un dottore a farmi controllare la vista. Che mi dica se il mio occhio pigro è ancora attivo. Devo fare che due signore che conversano si annoino di parlare, brucino i cappotti, si rimettano sedute e via in solitudine verso la vecchiaia, ignare dell’amore dei figli che si fanno le corna, fargli ciao ciao, dare loro le spalle e augurargli una schiera di nipoti.

Vedo stelline nell’occhio destro.
Sarà la retina, era sofferente.
Il distacco è sofferenza?
Eh sì.


Siamo stati due o tre giorni a Venezia e non sono riuscita a scrivere niente in questa camera con vista. E’ che quando sono eccitata e coinvolta semplicemente non riesco a raccontare la realtà. E’ sempre eccessiva la realtà, mi affonda e mi esalta senza tregua. Non c’erano fantasie, né immaginazione di viaggio prima dei nostri due o tre giorni a Venezia. Certo è che i migliori momenti sono quelli che non crei.

Torniamo da Mario a mangiare?
Sì, e ci sediamo accanto a Pier Paolo.
In mezzo a tutti quegli interisti del cazzo.


Il surrealismo è la realtà che si nasconde. Come quando sono scesa in quella coltre di nebbia e sapevo che la realtà non era quella che stavo vivendo, era sospesa fino a quando non sarei arrivata.
E infatti mi sono addormentata in mezzo a centocinquanta belve feroci.

Quando vivrai qui non dovrai più addormentarti per salvarti.
Quando vivremo qui ci addormenteremo quando tramonta il sole.
Sì, ma senza svenire.
E svegliandoci all’alba.


Quando suona il campanello potremmo rispondere urlando che nessuno è in casa. Non ci crederebbero ma la smetterebbero di interrompere le nostre prove d’amore duraturo.
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25/01/2011 09:03
 
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ah, mi mancavano questi tuoi scritti improvvisi, sponatanei, quasi una sorta di cronaca intima. Reali, ecco la parola. Bisogna lasciarsi trasportare dagli eventi, questa e' la realta'.
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31/05/2011 15:11
 
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Troppa compagnia nelle ultime settimane lo hanno caricato al punto da essere allegro quando apre la casa vuota. I semi non hanno germogliato, e le chiazze fanno trepidare i giardinieri del fine settimana.

L’orchidea sta bene.
Meno male.
Il potus ha una foglia gialla, però.
Porca penombra.


Sto aspettando che chieda il riscatto del suo alleato. Se lo chiede mi vendico di millenni di oppressioni, è facile essere forti quando si ha già il potere. Bisognerebbe lottare quando si è deboli. E’ questo il coraggio.

Dov’è il romanino?
E’ dove deve stare.
Dov’è il romanino?
Te lo ridò alle mie condizioni.
Tu non sai con chi ti sei messa…


Due amanti devono saper cantare la loro ultima canzone. E’ difficile fino a quando non intoni la prima nota. Poi non si vede l’ora di dare l’ultimo suono da tenore. O da contralto, com’è nel mio caso.

Stavo scrivendo l’ultima canzone.
Ah sì?
Vuoi sentirla?
No.


La riflessione collettiva di oggi è convincere una leader che la manipolazione della specie è un atto malvagio. Eppure popoli interi si sono salvati guidando coscienze deboli. Devo farlo capire a chi detiene il potere della leader in disintossicazione.

“So che è ingiusto, ma l’ho fatto”
A ché si riferiva?
Dovevi vedere lo sguardo che aveva quando me l’ha detto.
Esercita il suo potere.
Capito che stronza?
Ma va! È salva.


Rido. Penso alla sua giacca nell’armadio carica di erotismo e rido. E’ convinto che tutto il paese sappia del nostro segreto e dice che, in queste cose, è sfigatissimo. Secondo me è buon segno, meglio mura trasparenti.

Posso dormire io con lei.
No, tu dormi con lui.
Non ci penso a queste cose.
Io, invece, sì.


Dovevo raccontargli l’idea del borgo ma non era pronto. In fondo, è un’idea familiare ed ognuno è succube della propria. Questi sono i mesi del nostro ritorno alla figliolanza.

E’ sbocciato il fiore del vaso di pietra.
Anche l’orchidea sta benone.
E il potus, un'altra foglia gialla.
Mi raccomando, cura i cactus.


C’è Eli innamorata che mi chiede consigli sull’impegno. Dice di amarlo per quello che fa ma non per quello che è. Può darsi che stia facendo i conti con il suo assistenzialismo femmineo. Gliel’ho detto.

Pensavo di salvarlo.
E ora che hai capito che ognuno si salva da solo?
[Sospiro]
Va’ a cercarti un’altra cosa da fare.


Puede ser que llueva. Lo escribo asì porque me siento tan lejos, a veces. Esta es una de esas. ¿Qué queda de lo que no nace? Frase muy parecida a las que canta Silvio, a veces con Pablo. Es que hoy les enseño a mis alumnos a cantar Todo cambia ¡mirà vos qué día fui a elegir! Y voz de la negra, en más.

No te vistas que no vas.
Pero yo quiero.
¿Para qué si él no te quiere?
Algun día me muero.


Quando una smette di scrivere è rischioso. Può ritrovarsi in mondi paralleli. Ieri ho finito un racconto di due che muoiono di vecchiaia sull’autobus. Insieme, puntuali.
Quando due smettono di viaggiare è rischioso.

Com’è il tuo moroso?
Parè 'n gatt che l'ha mangià i lüsert
Com’è la tua morosa?
E’ ‘na fémmena che fa pe' 'ssètte dijàvele.


Pensare che per il suo compleanno gli ho preso una cosa che dichiaro inesistente.
Cosa de locos.
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06/06/2011 09:19
 
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bellissima, bellissima, bellissima!!!!! La faro' leggere al Romanino! [SM=g8431]
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20/06/2011 08:41
 
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Il Romanino e' rimasto incantato. [SM=g8455]
[Modificato da sergio.T 20/06/2011 08:41]
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23/01/2012 09:27
 
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E’ arrivato il ponte. Sono chiusa nel regno a persiane chiuse così nessuno può vedere la mia presenza. Devo escogitare un piano, dico ad alta voce, per far sentire a tutti che sono chiusa nel regno.

- Drin.
- Chi è?
- Il Re.


Ho nascosto il trolley ma ogni tanto vado a vedere se c’è. Ho pensato di farlo aerare quando fuori c’è il sole ma ho capito subito che era una scusa per far rumore con la valigia come quando sono di corsa e devo partire. Allora stendo asciugamani colorati e dimentico il rumore delle ruote sull’asfalto.

- Mi faccio una doccia.
- Allora chiamami tu.


Usciamo di casa come due bambini che adorano il sole. Se fosse estate potremmo uscire con i capelli bagnati ma fa freddo e ci pensa il cappello a farli inumidire per bene. Quando torniamo si fa a gara a chi tira fuori le chiavi per primo.

- Grandissimo, senti qui!
- Leggi.
- “Lasciamo stare la poesia. Ho voglia di leccarti la figa”.
- Chi è?
- Bukowski.
- Mai sentito nominare.



Andiamo al mare anche noi. Il mio amico è un maestro di escogitazioni prende una vecchia palla e dice tieni gattuso, vai fuori sul pianerottolo e fai rumore di piedi che corrono. Poi va nello sgabuzzino e cerca la sciarpa del milan che, di sicuro, sarà andata a finire sul collo di qualche nigeriano infreddolito.

- Gol!
- Chi ha segnato?
- Ibra.
- Bene.
- Immagina quando arriva Carlitos.


Siamo di nuovo a colazione uno di fronte all’altra. Ma basta con i baci. Partiamo per la scalata e facciamo il tour dei bar aperti. Sembra che non ci muoviamo ma ne abbiamo fatta di strada di caffè in caffè.

- Ho perso gli occhiali.
- Sei sicura?
- No, potrei averli regalati.
- A chi?
- Non ricordo.


Scopriamo che la città è vuota, sono rimaste soltanto le affissioni dei morti da poco. La vita continua, penso, anche quando sembra che non si muove nessuno. Noi continuiamo a muoverci ma stando fermi.

- Io li disprezzo i tipi così.
- Quali?
- Quelli che pretendono di godere con i soldi degli altri.
- Basta non assecondarli.
- No, basta disprezzarli.
- Per un caffè?
- No, per una palpata mancata.


Guardo il telefono, non squilla, lo spengo. Torniamo a casa. Ora c’è il camino acceso, il resto è spento. Dà fastidio il chiarore del mondo, meglio tenerlo fuori dalla portata degli adulti.
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Email Scheda Utente
23/01/2012 10:23
 
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Bella ma sempre difficile. [SM=g8431]
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Email Scheda Utente
12/04/2012 14:54
 
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È arrivato il giorno degli incontri affettuosi. Abbiamo fatto molti chilometri ma dopo tanti anni sono diventati piccoli passi. La famiglia riunita è sempre di buon auspicio.

Piacere di conoscerla.
Ti riconosco dalla voce.
E il lago?
Non è stata una buona idea.


Sono raccolta nella casetta dalle mura calde. Mi sveglio presto e faccio esercizi fisici che si ripercuotono sul mio benessere mentale. Mangio sano e mi faccio palpare da mani esperte. L’acqua termale mi leviga.

Quindici minuti a velocità cinque.
Pendenza?
Quattro e mezzo. Gli ultimi dieci rallenta.
*Quanti numeri nella mia vita*


La primavera tarda e ho già piantato le erbe. Innaffiamo quando sentiamo che il terreno è troppo secco. Manca l’acqua così come manca la linfa per scrivere. Siamo loquaci ma scriviamo sempre meno.

Sette anni.
Parliamo da così tanto tempo?
Già.
Madonna mia!


Il signor Donato dice che il prezzemolo non vuole stare vicino al basilico. In cuor mio lo sapevo ma ho preteso contaminazioni agricole. Se ci penso, era da prevedere una sorta di colonizzazione verde che, se germoglierà, darà vita a un ibrido cittadino montanaro.

Perché non esce nulla?
Bisogna avere pazienza.
Voglio vedere il muschio.
Crescerà e sarà prolifico.
Ho detto muschio, non maschio.


Abbiamo problemi con le pulsioni, meno male che il nostro sentire da sessi opposti si comprende. Lo accompagno in quella che, secondo gli esperti, è una crisi di mezza età. Secondo noi, invece, è liberazione degli istinti immorali. O amorali. Sicuramente immortali.

Non reprimerti.
A me basta parlarne.
Va’ e speriméntati.


Non credo si tratti di libertà ma di accettazione. Com’è possibile la gelosia tra esseri istintuali? Quando si pretende il possesso si decreta la morte del proprio volere. Quello altrui è irrilevante. Uno spera che sia reciproco ma, di solito, non lo è.

Che ne so come mi comporterei?
Non tollero la tua risposta.
Eppure, il tuo invito presupponeva libertà.
Ci penserò
.

Arrivato al climaterio, l’istinto femmineo istiga a mettere le mani in pasta. Più passano gli anni e più mi sorprendo a voler essere compagna massaia e lavoratrice artigiana. Ciò che un tempo albergava in testa ora diventa vivo tra le mani.

Metti la farina a fontana.
Quanta?
Un po’ di quella ai cereali e parecchia di grano duro.
E ammassi?
Fino a quando la pasta diventa elastica.
Poi?
La metti a riposo e lasci che lieviti.


Le vicine sorridono sempre più quando mi incrociano ma non credo di poter suonare alla loro porta.
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Email Scheda Utente
17/04/2012 17:16
 
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[SM=g8431] ho letto questa splendida Camera con nuova vista.
L'istinto ? c'e' sempre un istinto piu' forte che comanda su un altro piu' debole. [SM=g8431]
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Email Scheda Utente
19/04/2012 16:01
 
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vero, sugli istinti possiamo prendere la laurea, siamo esperti ormai!
ma è una nuova camera con vista o una camera con nuova vista?
se è un tuo lapsus, bello!!!
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Email Scheda Utente
20/04/2012 15:11
 
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Re:
mujer, 19/04/2012 16.01:

vero, sugli istinti possiamo prendere la laurea, siamo esperti ormai!
ma è una nuova camera con vista o una camera con nuova vista?
se è un tuo lapsus, bello!!!




ah ah ah! si, un lapsus, ma tutto sommato indovinato! [SM=g8431]
La laurea sugli istinti presuppone, pero', momenti difficili ed esami altrettanto difficili.
Ti ricordi una domenica pomeriggio che esamone?? ah ah ah! [SM=g8455]

Tutto e' bene quel che finisce bene, comunque. Magari non ci avranno dato 110 e lode, ma almeno 100....di sicuro!
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Email Scheda Utente
09/07/2012 08:50
 
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Dovremmo andare in letargo d’estate. I condottieri infernali ci troverebbero addormentati e migrerebbero verso sud. A nord, nell’emisfero boreale, eravamo abituati al clima temperato.

Dov’è la mia matita?
Io non l’ho vista.
Eppure me l’hai chiesta, un giorno.
In un’altra vita, forse.
L’hai dimenticata.

Tornare sulla costa è stata una mossa ragionata. D’istinto, avrei preferito restare. Non si è trattato di compromesso ma di senso di responsabilità. Ci crescono con quella sorta di impulso alla ragionevolezza che è funzionale alla preservazione del sociale e non alla sopravvivenza della specie.

Sono la stessa cosa?
Cosa?
Istinto e intuito.
Non direi.


Ho riletto, al mio ritorno, certe scritture sull’altra me. Parlavo, un tempo, di viaggi e di moscerini racchiusi in un bicchiere. Sono invidiosa della scrittrice di allora, madre perturbata di racconti impossibili. In armonia nessuna massima potrà eguagliare certi coup de théâtre.

Piperno.
Ché?
Piperno ha vinto.
Cosa?
Piperno ha vinto lo Strega.
Una ragione in più per non leggerlo.

Saranno gli ultimi giorni lontana da te. Dopo un certo numero di vite, siamo riusciti a superare l’essere uomo/donna, compagno/compagna, padre/madre, figlio/figlia, maschio/femmina, lavoratore/lavoratrice, lettore/lettrice, orso/lupa. Finalmente siamo persona/persona.

Era tutto qui.
Sì, era tutto così semplice.
No, era tutto qui nascosto.
Qui dove?
A Cerete.


Parlano di decrescita ma il cambiamento è dato dalla dislocazione. Inteso come togliere spazio a ciò che non è necessario e al ritiro come ri-equilibrio di quanto vale davvero.

Prendi una nuova matita.
Presa.
Segna: pane, foto, orto, lupa, nuda, casa, cena, falò, cane, alba, mani, figa, gita, vino, lago, mate, orso, neve, tuta.
Certo che sei strana tu.



Finirà come in quei film con una fine che non ti aspetti. Tutti si alzeranno dalle poltrone con facce attonite e si pentiranno di non essere rimasti a casa. Anzi, inveiranno contro chi aveva loro suggerito la visione stupefacente di un film per sordi. Il fatto è che ci sentono benissimo ma sono ciechi.

E’ da un po’ che io e mio marito non parliamo più.
E il sesso come va?
Sono frigida.
Ah.
Dici che devo farmi aiutare da qualcuno?
Penso che tu debba dirti alcune cose.


La tendenza a passare il tempo libero con il branco viene dalla sensazione di dover coprire vuoti. Più socialità è indice di maggior solitudine. Braccati dall’era consumistica socializziamo acquisti come fossero parti indolori.

Guarda, guarda!
Sto leggendo.
Ma ti ho detto di guardare!
Che c’è?
Adone che sta uscendo dall’acqua.


Zeus dev’essere stato un dio obsoleto persino a quei tempi. Non posso pensare che i greci si bevessero le sue leggendarie vendette. E’ come con questi moderni che si credono eroi attuali e se ricorri alla storia ti danno dell’imbecille.

Io avrei voluto vivere nell’Olanda del ‘700.
Perché mai?
In Europa c’era molto fermento.
Ma in Olanda?
Ci sapevano fare, zia.


In famiglia i segreti svelati rompono equilibrismi che si tramandano per secoli. L’apprendimento è rimandato alla prossima vita.
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Email Scheda Utente
10/07/2012 16:28
 
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Un altra camera, tante altre riflessioni, tante cose belle, tanti enigmi! [SM=g8431]
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